Loading ...Dom si domanda che ci fa per strada in questa ventosa serata di Novembre. Il sole ? gi? sceso da qualche ora, ed un vento teso e freddo costringe a camminare a capo chino tra brividi feroci.
Dall’altro lato della strada una ragazza dell’est saltella per riscaldarsi. E’ strizzata in un vestito color crema che lascia davvero poco spazio alla fantasia e porta un paio di stivali di pelle altissimi.
Quando vede Dom gli fa un sorriso e un cenno.
Dom esita un istante, poi va avanti dritto; da quel lato della strada non c’? niente per lui.
Pi? avanti abbandona la via principale ed entra in un vicolo. Il vicolo ? pi? intimo, nell’aria risuonano urla e risate sconosciute, come sconosciuti sono i volti che si susseguono lungo il cammino; nell’incrociarli, Dom ha la sensazione di essere un corpo estraneo, sabbia in un ingranaggio.
Poi gli odori; tanti, intensi, inattesi… gli piace studiarli, procedere a testa bassa guidato da loro piuttosto che dalla luce dei lampioni e dei neon.
Gia’, i neon; un’insegna che brilla instabile annuncia la meta. E’ un vecchio pub. Si vede l’interno attraverso dei vetri molati non proprio pulitissimi. Dentro, una rastrelliera impolverata sfoggia bottiglie antiche, forse di valore, forse solo vecchie. I muri hanno i mattoni a vista e i soffitti a crociera; una luce soffusa proveniente da pochi faretti rende il posto molto intimo.
Dom si sistema su uno dei trespoli di similpelle imbottiti davanti alla spina e fissa negli occhi la ragazza dietro al bancone. E’ una ragazza minuta, graziosa; quando lo vede, storce la testa e si mette le mani sui fianchi.
Dom aspetta.
“Allora, bello, non e’ che ci facciamo un p? troppo l’abitudine?” dice la ragazza mentre versa un po’ di latte in un piattino.
3 Commenti a “Dom”
Bravo, scritto molto bene, creando nel lettore quella voglia di continuare a leggere per sapere come va a finire, peccato solo che sia cos? breve!
Sei grande. Un giorno mi spiegherai perche’ sei un programmatore, ok?
Kiss,
Raul
……………………….Splendido.