Qualcuno mi scrive domandandomi perche’ non ho scritto una riga sulle elezioni.
 
La ragione piu’ semplice e’: che scrivo a fare io, modesto blogger con 4 contatti in croce e nessun tipo di premio della critica? Cosa potrei aggiungere a quanto non sia gia’ stato detto da altri, quelli bravi, quelli che l’analisi sociopolitica sanno farla per davvero?
 
E francamente, si e’ detto molto piu’ di quanto davvero ci fosse da dire. Ci siamo ritrovati con un bel foglietto colorato da pasticciare in mano, un foglietto che avrebbe dovuto essere il simbolo del popolo sovrano. In realta’, dal momento che l’associazione tra simboletto vincitore e candidato eletto era saldamente in mano ai soliti noti, esso ha finito con il rappresentare solo l’ennesima truffa.
 
E’ finita che ha vinto Dorian Gray. Una vera sorpresa, quasi quanto l’esito di un match quale potrebbe essere – che so – Manchester United – Pontedera. Ed ora, che accadra’? Cosa dovremo fronteggiare, nei prossimi anni? Beh, le solite cose:
 

  • Una riforma dell’informazione.
    Ormai vive in un polmone d’acciaio da diversi anni, bastera’ staccare la spina che tiene in funzione l’apparato, facendo cioe’ sparire quei pochi spazi dai quali oggi i giornalisti seri tentano di fare il proprio lavoro portando alla luce temi dei quali non si vuole che si parli.
  • Una riforma della scuola.
    Altro ammalato terminale. Nei libri si possono trovare troppe risposte, e’ opportuno fiaccare la voglia di fare domande. Con tutta probabilita’ si partira’ dalla correzione dell’intollerabile “retorica della resistenza”.
  • Una riforma delle regolamentazioni sul conflitto di interessi.
    Nel senso che avere partecipazioni a destra, consulenze a sinistra e controllare intere s.p.a. mediante prestanomi non sara’ piu’ qualcosa di legale ma discutibile; diventera’ prassi normale ed incentivata.
  • Moratorie e aiuti verso l’industria.
    Perche’ noi tutti crediamo nel libero mercato fino a quando il libero mercato non ci prende sonoramente a schiaffi; a quel punto, ci si aspettano ricchi e continuati finanziamenti statali, altrimenti si chiude. Poco importa se i soldi che finiscono in tasca a Confindustria sono soldi dei cittadini, e ancor meno ci frega se quei soldi vengono sottratti agli investimenti in infrastrutture e servizi; in fondo, sono pur sempre meglio di quelli di un paese del terzo mondo, no?
  • Nuove e piu’ efficienti forme di precariato.
    Tre lavoratori precari valgono uno in regola. Quindi il futuro e’ tutto li’, nel precariato a oltranza; fa un sacco figo dire che l’occupazione e’ cresciuta del 300%. Raccontando ai gonzi di posti di lavoro, meno tasse e figa per tutti c’e’ chi ci vince le elezioni, in certi paesi.

 
In pratica, alla fine di questa legislatura avremo stipendi limati fino al limite della sopravvivenza; ci verra’ raccontato che l’azienda sta facendo un sacrificio, per tenere il nostro livello di retribuzione al suo livello attuale e ci crederemo, poiche’ nessuna informazione sara’ in grado di testimoniare il reale stato delle cose, cosi’ come non sapra’ segnalarci alcuna violazione dei nostri diritti o sottolineare il fatto che staremo pagando tasse destinate ad un apparato industriale vecchio di 40 anni, assolutamente non competitivo e quindi bisognoso di continue trasfusioni per tenerlo in vita; ne’ si sentira’ parlare delle sanzioni da parte della comunita’ europea, che gia’ oggi avrebbe la pretesa di vederci finalmente entrare nel nuovo millennio.
 
Abbiamo eletto la classe politica dei bei sorrisi, delle fiabe e delle frottole. Quella che ci strizza l’occhio, ci racconta barzellette e ci fa tanto ridere quando fa le corna ai capi di stato esteri. Evidentemente, e’ questo quello che vogliamo.
 
Sarebbe stato diverso se a vincere le elezioni fosse stato l’altro schieramento? Mah, non di molto, temo. L’occasione e la possibilita’ di invertire la rotta, l’altro schieramento, l’ha avuta. Ma non l’ha fatto. Quindi, alla fine, non me la sento di considerarli migliori. Solo di una cosa sono certo: se avessero vinto loro, almeno l’umiliazione di vedere un mafioso sullo scranno destinato alla seconda carica dello stato me la sarei risparmiata.
 
Che ci rimane, allora? Aspettare e sperare. Sperare che il Principe Azzurro torni ad essere il rospo che in realta’ e’ sempre stato e sperare che salti fuori un Astolfo in grado di recuperare il senno di un’intera Nazione; solo con quel senno potremo assistere alla caduta del Sacro Romano Impero.
 
D’Arcore, s’intende.

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2 Commenti a “Sacro Romano Impero”


1
Il 6 maggio 2008 alle 09:49, Pazuzu ha scritto:

Hihihi… cheppalle i post politici… e poi dicevi che NON li fai… hehe!


2
Il 6 maggio 2008 alle 14:51, Grigiofumo ha scritto:

Beh, questo post ad onor del vero e’ “su richiesta”, io non ne avrei parlato …
… il prossimo invece NON e’ politico. Anche se a te, magari, lo sembrera’ ^_^

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