Finite le ferie, affrontato lo tsunami di cose da fare ed infine superata la piu’ violenta influenza che ricordassi di aver mai preso, rieccomi qui, col primo post dell’anno…
 
…E il primo post dell’anno non puo’ che essere un post un po’ introspettivo.
 
Immagino capiti un po’ a tutti, qualche volta, di arrivare a destinazione senza averne la completa consapevolezza. Accade soprattutto quando ci si muove su di un percorso abituale, lungo il quale ogni cosa e’ tanto consueta e scontata da non richiedere alcuna attenzione particolare.
 

E’ l’inizio di un problema. Perche’ nulla piu’ di un confine labile – a volte indistinguibile – divide, agli occhi di chi ci osserva, le cose che facciamo per quotidiana abitudine da quelle che facciamo per sincera passione; e con una frontiera tanto opinabile l’arrivo di un’accusa di sconfinamento e’ solo questione di tempo.
 
Fino a quando la cattiva percezione di noi rimane lontana, rinchiusa in qualche chiacchiera tra persone la cui opinione ci interessa quanto un documentario sulla muta dei ragni in Oklahoma non succede nulla; ma cosa accade se a pensare di contare piu’ o meno quanto lo spazzolino da denti e’ invece qualcuno che ci sta vicino?
 
Quando il genitore da’ un palloncino al figlio dovrebbe sapere che senza qualche contromisura, probabilmente gli sfuggira’.
Allo stesso modo, anche chi e’ abituato ad essere solo dovrebbe cercare di dividere di piu’ la propria vita.
Altrimenti il palloncino volera’ via.
 
Da grande imparero’, spero.

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