Ci sono argomenti per affrontare i quali e’ necessario prendere un lungo sospiro e liberarsi dalla rabbia e da tutte le posizioni prese piu’ per rappresaglia che per ragionamento. La questione mediorientale e’ uno di questi.
 
Non voglio mettermi a fare bilanci sulla tragedia che si e’ consumata in Palestina. Non ne avrei ne’ la capacita’ ne’ la credibilita’. Vorrei piuttosto fare una piccola riflessione partendo da una frase che mi e’ capitato di sentire in ufficio, poco prima di andare in ferie: “ma perche’ non riesco a vederci niente di male in quello che sta facendo Israele?”. Rimasi profondamente colpito – quasi ferito – dalla frase, al punto che non proferii parola.
 

Eppure, questa e’ l’opinione della maggior parte degli italiani, e lo dico poiche’, alle medie, ricordo benissimo di essere stato anche io sinceramente convinto che Israele facesse bene a fare cio’ che faceva (e continua a fare). Cio’ che a scuola si insegna (o quantomeno si insegnava, e’ da un po’ che non frequento piu’ i banchi) e’ che Israele ha vinto una guerra vile scatenata dagli arabi, e che da allora e’ costretto a difendere il proprio diritto all’esistenza.
 
Non e’ mia intenzione fare una lezione di storia a nessuno, ne’ attribuire alla scuola colpe che tutto sommato non ha; la questione palestinese e’ per sua natura controversa e difficoltosa da vedere con occhi oggettivi. Se e’ vero che la nostra stampa e i nostri mass-media sono da sempre piu’ vicini alle fonti israeliane/americane, e’ altresi’ vero che oggi, in rete, si trovano facilmente anche fonti palestinesi o arabe; chi e’ davvero interessato alla questione, non fatichera’ a trovare altre campane.
 
In fondo e’ proprio questo, il nodo della questione: l’italiano medio e’ davvero interessato a cosa succede laggiu’? Giornali e mass media forniscono il “minimo sindacale” di informazione, quello che basta per consentire un po’ di indignazione pro forma per i morti innocenti, un po’ di solidarieta’ per il paese che combatte per la propria sopravvivenza ed infine una coscienza pulita a noi.
 
Ogni tanto, pero’, a qualcuno si desta la curiosita’. Magari neppure per merito suo: non e’ insolito che la vita regali incontri che portano a farsi domande inaspettate. Si inizia dalle domande piu’ stupide, tipo: “ma questa striscia di Gaza quanto e’ grande che ci combattono da oltre mezzo secolo?”
 
A questo sono in grado di rispondere non solo gli informati, ma anche i “mediamente ignoranti” come me. Io pero’ voglio fare di meglio che spiegarvelo, voglio mostrarvelo.
 

Si, quella e’ la Liguria. Anzi no, in realta’ e’ solo una parte della provincia di Genova. Piazzando Gaza City in Piazza de Ferrari, la “striscia” sarebbe qualcosa di simile ai confini rossi. In pratica, da Voltri a Recco con un po’ di entroterra.
 
Ora mettete Israele tutto intorno, tranne i 10 Km da Moconesi a Recco, in mano all’Egitto.
Eliminiamo tutte le strade, tranne l’Aurelia. Facciamo che un gruppo di coloni Israeliani si prende Sampierdarena e Voltri, e con esse il controllo del mare e dell’unica strada esistente.
 
Tutto li’. Spero non sia una delusione per nessuno: in fondo, anche terre molto piccole, in passato, hanno avuto ruoli rilevanti. E poi, Golia abitava proprio li’. Pero’ avete ragione, oggi credo sia fin troppo chiaro che il gigante, quello vero, sia Davide.
 
E cosi’ il minuscolo Golia tira sassi. Ne ha a bizzeffe, li’ intorno. Tira sassi contro l’unico nemico che e’ in grado di percepire, perche’ lui i giornali, la televisione, internet e l’iPod non ce li ha. Tira sassi e tutto quello che trova: miccette, tricchetracche, bombe a mano.
 
Tira anche missili, quando riesce a trovarli, e quando riescono a partire. Per i politici Israeliani, Golia e’ il gallo del pollaio: una minaccia modesta da un territorio poco esteso ed estremamente facile da controllare. Che canti pure, il gallo: quando saranno troppe le persone che tiene sveglie, si pianifichera’ l’operazione brodo di pollo “piombo fuso” di turno e gli si tirera’ il collo.
 
Dall’82 ad oggi e’ sempre stato cosi’. Anzi, adesso il gioco e’ persino troppo facile, visto che le elezioni le ha vinte Hamas: siccome quelli li’ sono tutti terroristi, adesso si possono fare anche cose che prima si aveva qualche titubanza a fare. In fondo, e’ l’Occidente ad insegnare che qualsiasi cosa puo’ essere giustificata e giustificabile, se e’ per combattere un terrorista:
 

If somebody was sending rockets into my house where my two daughters sleep at night, I would do everything to stop that, and would expect Israel to do the same thing.

 
Per chi non mastica inglese, c’e’ scritto che
 

se qualcuno tirasse missili nella casa dove le mie figlie dormono di notte, farei qualsiasi cosa per impedirglielo, e mi aspetterei che Israele facesse altrettanto

 
Cosi’ il candidato democratico – ora neo Presidente – Barak Obama. Certo, se a dirlo non fosse stato un particolare Barak ma un Rashid qualsiasi, uno di quelli che e’ dall’82 che vedono saltare in aria le case dove non solo le figlie ma anche madri, sorelle e mogli dormono di notte, beh, allora non sarebbe certamente una frase accettabile.
 
Sarebbe un discorso da terroristi. Strano mondo, non trovate?
 
Buon soggiorno alla Gaza Bianca, Barak. Saluti da Rashid.

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