Ci sono argomenti per affrontare i quali e’ necessario prendere un lungo sospiro e liberarsi dalla rabbia e da tutte le posizioni prese piu’ per rappresaglia che per ragionamento. La questione mediorientale e’ uno di questi.
 
Non voglio mettermi a fare bilanci sulla tragedia che si e’ consumata in Palestina. Non ne avrei ne’ la capacita’ ne’ la credibilita’. Vorrei piuttosto fare una piccola riflessione partendo da una frase che mi e’ capitato di sentire in ufficio, poco prima di andare in ferie: “ma perche’ non riesco a vederci niente di male in quello che sta facendo Israele?”. Rimasi profondamente colpito – quasi ferito – dalla frase, al punto che non proferii parola.
 
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Finite le ferie, affrontato lo tsunami di cose da fare ed infine superata la piu’ violenta influenza che ricordassi di aver mai preso, rieccomi qui, col primo post dell’anno…
 
…E il primo post dell’anno non puo’ che essere un post un po’ introspettivo.
 
Immagino capiti un po’ a tutti, qualche volta, di arrivare a destinazione senza averne la completa consapevolezza. Accade soprattutto quando ci si muove su di un percorso abituale, lungo il quale ogni cosa e’ tanto consueta e scontata da non richiedere alcuna attenzione particolare.
 
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Bi-Bip.
Un Sms inatteso, incredibile.
Max non c’e’ piu’.
 
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E’ da parecchio tempo che non scrivo piu’. Non sono mai stato un blogger diligente, di quelli che producono almeno un post al giorno, ma questa volta il mio silenzio non e’ dovuto alla pigrizia o alla mancanza di tempo, come accaduto in passato.
 
Da qualche tempo ogni volta che inizio a scrivere un insieme di ricordi si accalca nei miei pensieri; tra di essi, il lungo corridoio di una casa in campagna, i piccoli campanacci da suonare nel buio, le partite a carte, le grigliate di ferragosto, un tavolo dei bambini nei pranzi di Natale e il presepe piu’ grande del mondo…
…Un mondo del quale non fai piu’ parte.
 
I ricordi diventano silenziose lacrime, che si tuffano nel vuoto dopo una veloce discesa lungo il crinale di un monte di sensi di colpa e rimpianti prodotto dalle troppe cose non dette e non fatte.
 
Non lo so se ti ho mai detto quanto ti voglio bene, Zia… e non mi rimane che sperare che tu lo sapessi.
 
Tuo nipote Fulvio.


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Qualcuno avra’ notato che questo blog e’ rimasto fermo per un bel pezzo; e questo perche’ sono successe un sacco di cose, in questo periodo.
 
E’ successo che questo blog, sito o come lo volete chiamare ha compiuto un anno, ed era tempo di cambiar vestito.
E’ successo che sono da poco diventato “zio” di una splendida bimba, Anna.
E’ successo che un mio zio se n’e’ andato, quasi come se il capo, lassu’, non volesse che il numero di zii al mondo aumenti troppo.
E’ successo che sono meno solo, e che il mio cuore batte per due.
 
Insomma, sono successe un sacco di cose sulle quali si potrebbe scrivere per giorni.
Certamente lo faro’, ma non ora. Sopportate i silenzi e i comportamenti strani del sito e siate fiduciosi: presto sara’ tutto a posto.


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Si dice che la prima sensazione sia quella che conta; ho capito quanto fosse falso molto tempo fa, dopo il mio incontro con Sandra.
 
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Sera. Il cielo si accende di giallo e rosso, come se il lento adagiarsi del sole sul profilo delle montagne avesse innescato un immenso, unico incendio.
 
La strada scivola veloce sotto il telaio della moto, ma l’orizzonte resta calmo ed immobile.
 
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Allora, succede che ogni tanto qualcuno a leggere questo blog ci viene davvero. Sul serio, eh? Intendo qualcuno che non e’ un amico d’infanzia ne’ un conoscente; un vero lettore, tipo quello che va in edicola e compra il giornale.
 
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Piove. Dalla grondaia della mansarda grosse gocce trovano il modo di arrivare a terra fuggendo dalla trappola che le aveva fermate. Intorno, il silenzio, spezzato solo dal battere ritmico dell’acqua e dallo scoppiettio del fuoco nel camino.

Mi piacciono queste giornate; pioggia e silenzio fanno addormentare la mia parte giovane ed iperattiva, lasciandomi solo con la mia parte piu’ vecchia, quella che apprezza il bello di andare a letto presto quando sono stanco, quella che indossa la maglia della salute, guarda sempre dove mette i piedi e sa guardarsi alle spalle.

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Detesto l’asilo, non capisco per quale ragione devo andarci.

Odio i giochi degli altri bambini, a loro piacciono le pistole e le battaglie coi soldatini, a me il Lego che all’asilo non c’e’.
La cosa piu’ divertente che si puo’ fare li’ e’ disegnare, ma con i pastelli a cera anche quello diventa noioso.

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